Perchè una start-up deve affidarsi ad un legale?
di Federico Vincenzi – Avvocato in Brescia e Cultore della Materia di Informatica Giuridica presso l’Università Statale degli Studi di Milano
Perchè una start-up deve affidarsi ad un legale?
Eh no, la domanda la faccio io: perchè no?
Perché – chiedo io – quando si pianifica un nuovo business si tiene conto di tutto tranne il legale? Si chiama in causa ogni figura professionale, dal designer all’esperto di marketing, dal manager dei social all’informatico che programma codice, dal commercialista (a volte, non sempre dai) che tiene i bilanci all’esperto di strategie aziendali che parte con la compilazione di un business plan coi fiocchi, ma si dimentica chi conosce la legge.
Ma – mi domando: e se tutti costoro lavorassero per nulla?
Lo ammetto, ho il vizio di sopravvalutare la mia professione, come tutti d’altro canto.
Però non posso negare di aver seguito diverse aziende salendo in corsa, magari chiamato dopo l’emersione di un problema legale.
Risultato: in molti di questi casi si è dovuto disfare tutto e rifare da zero, con le conseguenze (e i costi) che potete immaginare.
Perchè allora avere un legale?
Beh, innanzitutto perchè – forse – è l’unico in grado di rispondere fin dall’inizio ad una semplice domanda: questa cosa si può fare? E a quella successiva: se si può fare, come? Ebbene sì. Il giurista moderno non può limitarsi al mondo del testo. Il suo ecosistema non può restare un file di word. E’ vero: contratti, testi, informative sono sua competenza, ma fanno parte del secondo momento, della fase B del suo intervento. L’avvocato di una start-up deve in primo luogo intervenire, se necessario, per far capire al team di startupper se il loro progetto è – in linea generale – conforme o meno alla legge. Perché sia chiaro: non tutto quel che la fantasia e la tecnica permettono piace anche alla legge.
Intervento by design
Ecco quindi che – una volta superato il vaglio di fattibilità- il legale deve poi effettuare quello che potremmo chiamare un intervento by design: lavorare insieme a coloro che creano la struttura, specie se informatica, per adeguarla alle varie normative. Impostare il sistema tenendo in considerazione – per esempio – la privacy e di conseguenza architettare il tutto in modo che essa sia rispettata equivale a creare una struttura con fondamenta solide. Le conseguenze le potete intuire.
Ma l’importanza di un legale è anche un’altra: nella valutazione di conformità la stella del nord è la normativa. Essa spesso introduce temi che poi si riversano sul modello di business, aprendo talora alcune opportunità, o comunque sollecitando gli imprenditori a fare – nel mentre si adeguano alla legge – alcune importanti riflessioni.
Per esempio, un primo elemento da valutare per il giurista riguarda i destinatari dell’attività del suo cliente: se business o consumer non è di poco conto, dato che cambia la normativa (e cambia parecchio) di riferimento. E’ però in questo stesso momento che l’imprenditore nascente, chiamato a riflettere su quali siano o possano essere i propri futuri clienti, magari fa per la prima volta una valutazione mai fatta prima. Ma non solo: nel metter a norma il database (e si veda quanto già scritto in un mio precedente intervento qui) si sollecita la start up a riflettere sul valore di tale database, che magari non ha mai nemmeno preso in considerazione. Insomma, prima di parlare di contratti, testi, informative, è bene sedersi a un tavolo con tutti, e non dimenticare l’avvocato. E prima di tutto, con l’avvocato, sarebbe il caso di affrontare il principe dei temi: proteggere il progetto.
Avete capito bene: ho scritto “progetto” e non “idea”. E l’ho fatto per un semplice motivo: non tanto perchè – come diceva Edison – “le idee senza la loro realizzazione non son altro che allucinazioni”, ma perchè è la legge a dire che le idee non possono essere protette. Il motivo è semplice: se si desse protezione ad una idea il progresso si fermerebbe. Quindi serve qualcosa di più, di meglio articolato. E serve escogitare un sistema per proteggere quella produzione mentale, quel progetto: non necessariamente brevetti o depositi. Questi non sono sempre necessari, e spesso – per le povere tasche di una start-up – costano troppo.
Quindi chi vi aiuta a far ciò? Il legale.
Grazie per il contributo, Federico!
Questo è il secondo articolo in partnership con l’Avv. Federico Vincenzi che ospitiamo nel nostro blog e se volete approfondire tematiche legate a questo articolo o sempre legali rivolte al mondo delle start-up, potete compilare il form sottostante.
Grazie per l’attenzione e alla prossima!
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