ADATTARSI AL CAMBIAMENTO DEL COMPORTAMENTO DEI CONSUMATORI
di Michele Mereu
Il 2008 ci ha insegnato un’importante lezione: durante i periodi di crisi il comportamento dei consumatori cambia, si evolve. La storia ci insegna che per evitare di fare gli errori del passato dobbiamo guardarci indietro e imparare ad andare avanti attraverso quell’insegnamento.
CONTESTO DEL 2008 e COVID 2019
La crisi finanziaria del 2008, per chi non l’avesse conosciuta direttamente, ha segnato l’inizio del decennio con una carenza di liquidità da parte di Stati e banche, e creditizia da parte delle aziende.
La crisi ha portato i consumatori a cambiare comportamento di acquisto, e di conseguenza ad adattarsi alla situazione. La crisi ha portato le persone a navigare di più online per confrontare i prezzi dei prodotti o dei servizi, in questo modo potevano trovare offerte migliori e iniziare a prendere dimestichezza con l’acquisto all’interno degli e-commerce.
Durante gli anni dal 2007 al 2009, negli Stati Uniti, 1 consumatore su 5 ha acquistato prodotti di “seconda categoria”, per quanto il 41% di questi preferissero i prodotti dei brand più conosciuti non erano più intenzionati a spendere di più per un prodotto leggermente migliore.
Abbiamo assistito, durante la pandemia iniziata nel 2019, alle stesse dinamiche di comportamento. Secondo Statista nel giugno 2020 il traffico su e-commerce nel retail ha raggiunto a livello mondiale il record mensile di ben 22 miliardi di visite.
Sempre in tutto il mondo i consumatori hanno ripreso a cercare offerte online con maggiore attenzione, in una ricerca fatta da Google metà degli intervistati affermano di fare più attenzione ai prodotti scontati in confronto al periodo di pre pandemia.
La conseguente e naturale evoluzione di questi dati si manifesta in 2 consumatori su 5 che hanno fatto più acquisti online e che hanno avuto come incentivo maggiore l’acquisto a prezzi più bassi e attraverso promozioni.
DOPO LA CRISI AUMENTANO GLI ACQUISTI ALL’ESTERO
La ricerca di mercato di Euromonitor International ha mostrato come la crisi finanziaria del 2008 sia stata l’avvio decisivo per la crescita del settore della vendita al dettaglio.
Tanto che l’aumento di esportazioni e di espansioni a livello internazionale ha portato i mercati di origine a risolvere i propri mercati di origine. Questa informazione può essere importantissima per tutti gli e-commerce italiani focalizzati su prodotti tipici e nazionali.
Un e-commerce permette di trasportare il proprio prodotto, solitamente veicolato offline, in un mercato online che potenzialmente può raggiungere le persone in diverse parti del mondo. In aggiunta offre la possibilità di poter tracciare dati di comportamento all’interno del negozio online e di comportamento in relazione con l’acquisto.
Una volta sviluppato un e-commerce proprietario tecnicamente è possibile iniziare ad esportare il proprio prodotto.
Per fare un esempio, una ricerca di Barclays fatta nel Regno Unito riporta che due terzi delle Piccole e Medie Aziende fondate tra il 2007/2014 hanno esportato per la prima volta addirittura durante il loro primo anno di attività.
Prima del 2007 un’azienda del Regno Unito dichiarava di aver esportato durante il primo anno di attività solo per il 34%.
Ad oggi quindi è un’ottima occasione testare il mercato di vendita online perché il pubblico a cui si può accedere è decisamente più ampio. Da gennaio a giugno le vendite internazionali sono aumentate del 21%.
In Europa le vendite tramite e-commerce transfrontaliere sono arrivate a maggio 2020 fino al 30% in confronto al 2019. Uno dei risultati più sorprendenti riguarda le vendite all’estero sul web nell’area del Golfo Persico, nel giro di un anno sono aumentate del 236%.
In generale un po’ tutte le categorie commerciali hanno registrato una crescita oltre il 10% delle clientela online durante la pandemia. Questa dinamica è probabile che continui anche nel post pandemia, molte persone non vedranno l’ora di tornare dentro un negozio fisico ma siamo sicuri che acquisteranno offline e non online?
5 ANNI DOPO LA CRISI FINANZIARIA DEL 2008
Dopo 5 anni i nuovi comportamenti del consumatore si sono consolidati. Prima del 2008 gli acquisti online non facevano parte della normalità d’acquisto da parte delle persone, post 2008 sì.
La normalità dei consumatori è diventata poter sperimentare i vantaggi di confrontare i prezzi online, attendere i periodi di sconti e acquistare i prodotti anche in anticipo per approfittare delle offerte.
Divenne uso comune per tutti i consumatori cercare offerte online, proprio per questo le aziende esportatrici sono cresciute e durante il 2010 è stato segnato il record di aumento annuale del commercio su scala mondiale. Secondo i dati della World Trade Organization le esportazioni di merchandising sono aumentate del 14,5%.
CONCLUSIONI
Possiamo ipotizzare senza grosse riserve che in questi anni i modelli di comportamento di cui abbiamo parlato si presenteranno nuovamente.
Per cui consigliamo lo sviluppo di un e-commerce o investimenti in crescita anche su mercati esteri, oggi le modalità anche solo di ricerca e di validazioni di altri mercati sono tante e soprattutto con strategie lean riusciamo ad avere informazioni velocemente a basse spese.
I momenti di crisi dobbiamo viverli come opportunità, ragioniamo su cosa possiamo fare per uscirne fuori e otteniamo il meglio da queste situazioni.
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