Programmazione e Fantasia: Intervista a Massimo Walter Rivolta
di Salvatore Di Bella
Oggi torniamo a parlare con i membri del nostro team.
Programmazione, tecnologia ed ingegneria questo è il mondo di Massimo Walter Rivolta il secondo Co-Founder di AppY Lab. Facciamoci raccontare direttamente da lui il suo percorso tra studi e passioni.
“Sono nato a Milano nel 1985, fin da ragazzino sono sempre stato affascinato dai computer e dalla tecnologia in generale. Ho studiato informatica alle scuole superiori e poi, appassionato di tecnologia applicata alla medicina, mi sono iscritto a ingegneria biomedica del Politecnico di Milano. Dopo la laurea ho anche frequentato un dottorato di ricerca in informatica presso l’Università degli Studi di Milano dove ho imparato l’importanza della ricerca scientifica e del suo metodo rigoroso ma aperto alle alternative.”
Perché hai iniziato a programmare?
“Ho sempre avuto una passione per i computer, tant’è che scelsi di frequentare un istituto tecnico con specializzazione in informatica. Tuttavia non avevo idea di cosa fosse la programmazione alla fine della scuola media e ebbi il primo contatto con la programmazione durante il secondo anno delle scuole superiori con una infarinatura in Pascal. Per qualche motivo a me ignoto mi piacque moltissimo: imparare a programmare è come risolvere dei puzzle, è come giocare a carte o a scacchi, insomma, è una sfida diretta con se stessi. Da allora è stata una crescita continua dal punto di vista tecnico.”
Perché hai fondato AppyLab?
“Forse in linea con la mia propensione alla sfida personale penso di aver fondato AppY Lab per mettermi ulteriormente alla prova, non solo dal punto di vista tecnico, ma anche manageriale. Avevo infatti voglia di creare dei prodotti digitali e per fare questo era necessario mettersi in gioco insieme ad un team multidisciplinare e vario. La scelta di fondare AppY Lab è quindi stata, ad oggi, ben ripagata dal punto di vista della crescita personale, delle relazioni, dell’apprendimento e, non da sottovalutare, del divertimento.”
Di cosa ti occupi per AppyLab e come definiresti il tuo modo di lavorare?
“Sono il CTO in AppY Lab e seguo tutto lo sviluppo della parte tecnologica; in particolare mi occupo di definire i piani di sviluppo tecnologico dei nostri clienti, di seguire gli sviluppatori nella fase di scrittura del codice e di promuovere la creazione e l’utilizzo di tecnologie innovative, specialmente del mondo della data science e artificial intelligence. Definirei il mio modo di lavorare decisamente da “precisino”. Mi piace fare le cose “fatte bene” e soprattutto una volta sola a discapito di qualche ora in più di lavoro. Questo mio tratto caratteriale però si è dovuto adattare nel corso dell’esperienza in AppY Lab perché è prassi comune avere a che fare con incertezze durante la creazione di prodotti digitali (non sapere quindi cosa fare per “fare bene”). Un’altra caratteristica del mio modo di lavorare è che sono (almeno penso) aperto al dialogo per ricevere feedback da tutto il team e non solo quello di sviluppo. Questo è, secondo me, la chiave fondamentale per provare a essere un buon CTO.”