10 errori che una startup non deve commettere!
di Cristiano Di Battista
È sempre un’emozione cominciare un nuovo progetto e, permettetemi di dirlo, lo è ancora di più se questo progetto ha delle caratteristiche di innovatività e quindi si trasforma in una start-up… sono di parte, lo so!
Oltre all’emozione di questa nuova avventura è sicuramente importante cercare di non commettere degli errori, anzi evitarne assolutamente alcuni che spesso per diversi motivi, esperienza, fretta, anche competenza, o altro, possono capitare di dover affrontare. Riportiamo infatti ora una serie di errori che possono capitare.
Come sapete, noi di AppY Lab sviluppiamo progetti innovativi che derivano sia dal nostro team interno sia da proponenti, che ci raccontano le loro idee e le sviluppiamo insieme. Quindi nell’elenco che segue riportiamo nella duplice veste sia quelli che abbiamo incontrato quando i proponenti ci raccontano i loro progetti sia quelli in cui, ahimè, ci siamo caduti anche noi di AppY Lab nello sviluppare le nostre idee.
1. Non abbiamo competitors
Questa è stupenda! E lo dicono in tutte le salse: se dichiari di non avere concorrenti o (i) il tuo mercato non esiste o (ii) non hai cercato bene.
Nel primo caso potrebbe essere un bene in un certo senso (es. il laser negli anni 60’), ma questo vuol dire che l’idea o il progetto è così avanti che non ci sono clienti in grado di comprare oggi e quindi non è attrattiva per il mercato. Nel secondo caso invece, i competitor ci sono eccome e la matrice del Porter può dare una mano a trovarli: se non li hai cercati bene non è positivo. Delle volte sono proprio quelli che non ti aspetti, come per esempio Netflix che considera suo concorrente il “sonno”!
2. Non raccontiamo la nostra idea senza un NDA (accordo di riservatezza)
Questa è un altra bomba! Spesso chi ha un’idea ha paura che gli venga rubata, ma in realtà bisogna rendersi conto che l’idea non vale nulla ma è l’esecuzione della stessa che conta, ovvero coma la si intende realizzare e con quale team!
Inoltre quando racconti la tua idea hai la possibilità di ricevere feedback e validarla con chi ti ascolta. È un valore prezioso e confesso che qui ci siamo cascati anche noi 😛
3. Siamo una start-up non abbiamo soldi
Questo purtroppo delle volte più che un errore è una realtà, ma l’errore sta proprio nel fatto che se come aspirante imprenditore non riesci a tirare su un po’ di soldi o (peggio) non li si vuole mettere e di conseguenza non riesci a convincere qualcuno a te vicino, vuol dire sia che nella tua idea non ci credi abbastanza sia che non sei in grado di convincere i tuoi amici o familiari che ti vogliono bene. E come pensi allora di convincere un investitore?
Senza soldi non vai da nessuna parte… Sergej Brin e Larry Page hanno prosciugato i loro conti correnti per costruire i primi server su cui far girare l’algoritmo di google. E Steve Jobs ha venduto il furgone per costruire i primi Apple!
4. Cerchiamo programmatori che sviluppi per noi gratuitamente in cambio di quote
Può capitare che chi ha un’idea, un progetto digitale da realizzare, non abbia le competenze di sviluppo. Purtroppo (o per fortuna) i programmatori sono molto pratici: o hanno i loro progetti da sviluppare o non hanno velleità da imprenditore. Inoltre la tecnologia costa se la vuoi fare bene. È difficile trovarli a gratis in cambio di quote e si rischia di buttare via molto tempo nella ricerca. Qui il consiglio che possiamo dare sono due: (i) o di pagare gli sviluppatori ma con il rischio di fare un buco se il progetto non va bene, (ii) oppure (meglio) spendere pochissimo con una semplice landing page per capire se l’idea può funzionare, poi un MVP e poi fare il salto.
Inutile a dirsi che avere sviluppatori tra i soci in un progetto digitale e molto utile.
5. Abbiamo tanti fan e like
…ovvero esibire le cosiddette e metriche di vanità.
Questo è un errore tipico di chi non ha ancora un fatturato o peggio non sa come farlo, ma si gongola del fatto che ha tanti download, like su FB o articoli su riviste e premi, ma in realtà tutte cose che non fanno cash. A parte il caso Facebook (una bit-vita fa) le info più utili è dire come intendi convertire quel traffico o quella popolarità in modo da generare fatturato e quindi avere una visibilità di dove si vuole andare.
6. Chi sono i miei clienti
Un altro grande classico è quello di non individuare correttamente i propri clienti e l’errore che spesso capita è quello di dire banalità tipo: i miei clienti sono tutti quelli che hanno un accesso internet o che hanno uno smartphone ecc. È poi aggiungere la mitica frase: “se solo prendessimo il 2% di quel mercato fattureremmo fantastiliardi!” E senza sapere come vai a prenderlo!
Invece è importante dimensionare correttamente il proprio target e il posizionamento in modo da trasferire competenza e chiarezza degli intenti e soprattutto dare delle dimensioni reali.
7. Cerchiamo un investitore che creda nel nostro progetto
Questo è un altro grande errore che sento spesso. L’investitore non è interessato a credere nel progetto, ma per definizione è interessato ad avere un ritorno sull’investimento. Quindi se riesci a dimostrare e ad essere ragionevolmente credibile che fai un x100, troverai tantissimi investitori che credono nel tuo progetto (qualunque esso sia) semplicemente perché vedono moltiplicare il loro valore della quota.
8. Siamo un team coeso
Questa è meno frequente, ma delle volte parlo con proponenti che non conoscono i cognomi dei loro compagni di avventura, che non sanno cosa hanno fatto nella vita, o che addirittura uno contraddice l’altro nelle riunioni. Ma poi dicono che sono un team coeso. Con le tante occasioni di contatto e networking che ci sono è sicuramente una bella cosa che il team si sia conosciuto cammin facendo (anche questo è successo a noi), ma suggerisco vivamente di fare i compiti a casa prima di presentarsi alle riunioni.
9. Se le cose vanno bene mollo tutto e mi dedico a questo progetto
Anche questa è molto frequente e di nuovo, più che un errore è una realtà. Viene detta dalla persona che lavora come dipendente o fa altre attività e prova a dedicarsi a qualche iniziativa digitale nella speranza (vana) che questa abbia successo. Peraltro anche in questa come AppY Lab ci ha visti protagonisti. Capisco che è difficile mollare il proprio lavoro e dedicarsi a pieno ad un’iniziativa molto rischiosa, ma nel team dei founder ci devono essere persone dedicate al progetto a tempo pieno, almeno per la maggior parte del team. Anche qui oltre che per aumentare le probabilità di successo anche per una maggiore credibilità agli occhi degli investitori. Quello che suggeriamo per fare il salto, è di avere un po’ di risparmi che ti permettano di arrivare a 12/18 mesi e buttarti con tutte le scarpe nel progetto, anche perché se va bene poi riesci a sostenerti, se va male hai acquisito competenze e sei più competitivo sul mercato del lavoro (semmai volessi tornare indietro ;)). È già da un po’ che nei profili delle ricerche di personale viene richiesta un’esperienza in una start up!
10. Non abbiamo un Business Plan
Lo lascio per ultimo poiché abbiamo già fatto un articolo su questo argomento. E qui l’errore sta nell’ignorare del tutto un Business Plan, a non incominciarlo affatto e addirittura neanche parzialmente sul financial previsionale. Rimandiamo all’articolo di qualche settimana fa che approfondisce il tema e soprattutto vi indica come realizzarne uno vincente (vedi link)!
Bene! Dopo questa carrellata speriamo di aver dato qualche dettaglio in più sugli errori da evitare e come portare avanti la propria iniziativa imprenditoriale. E se avete in mente un progetto digitale contattateci dal form qui sotto così lo realizziamo insieme!
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